Intelligenza equina

Come ragiona



Spesso ci si domanda come mai un cavallo si comporti in un determinato modo per noi incomprensibile.
La spiegazione può essere molto più semplice e naturale di quanto si possa pensare: il cavallo non è un essere umano.
Pertanto non ha senso pensare che il cavallo possa recepire gli stimoli dell’ambiente esattamente come l’uomo, ed a maggior ragione che li possa trasformare in reazioni secondo le stesse logiche.
I cavalli, ad esempio, posseggono un campo visivo più ampio rispetto a noi umani e sono particolarmente sensibili riguardo certi movimenti e suoni, pur non possedendo la capacità di mettere a fuoco i dettagli più sofisticati.
Quindi quando ci si domanda il perché un equino si stia comportando in una data maniera, magari ai nostri occhi assurda, dovremmo dapprima cercare di vedere il mondo attraverso i suoi sensi, e non i nostri.
Il cavallo ha come esigenza primaria di sopravvivere, pertanto deve bere, mangiare, dormire, e svolgere tutta una serie di attività che sono prioritarie per la sua sopravvivenza.
Ma le sue esigenze non finiscono qui: il cavallo deve essere in salute fisica e mentale, quindi in seconda battuta diventeranno essenziali esigenze come la socializzazione, l’attività fisica, ecc.
La determinata attività che compirà un cavallo in un preciso momento – ad esempio bere, allenarsi, o mangiare – sarà data da una precisa graduatoria delle sue priorità, dovuta all’importanza e all’intensità degli stimoli ricevuti.
Questi stimoli sono chiamati in gergo tecnico “fattori motivazionali”.
La sete, ad esempio, è il principale fattore motivazionale che induce a ricercare acqua ed a bere.
Capire come funzionano i fattori motivazionali e come il cavallo li ordini per importanza ed intensità è essenziale per comprendere il comportamento del cavallo.
Prendiamo l’esempio di un cavallo che sia intento a svolgere una determinata Attività A, mentre noi vorremmo che svolgesse l’Attività B.
Se il cavallo sta svolgendo l’Attività A è segno che i fattori motivazionali verso quell’azione sono più importanti ed intensi rispetto a quelli verso l’Attività B.
Le strade per fargli modificare il comportamento sono 2:
  • Ridurre i fattori motivazionali verso l’Attività A.
  • Incrementare i fattori motivazionali verso l’Attività B.
Ciò servirà in diversi frangenti, ad esempio per capire come far desistere il cavallo dal tenere comportamenti scorretti, oppure per riuscire a fargli svolgere l’attività richiesta.
Infatti troppo spesso si guarda solo ad incentivare il cavallo aggiungendo degli stimoli affinché compia un’azione (il classico colpo di frustino), mentre basterebbe ridurre gli stimoli che stanno portando verso altri comportamenti.

Apprendimento

Il cavallo è un animale da branco, nato per vivere insieme ai suoi simili.

E’ per questo motivo che il cavallo è dotato di buona capacità di apprendimento osservando le azioni dei suoi simili.

Nella vita in branco imparare dall’osservazione degli altri è una dote fondamentale, che è stata pertanto premiata a livello evolutivo.

L’Abituazione


L’abituazione è un processo adattativo che, a causa della continuità e frequenza degli stimoli, porta alla rimozione della relativa risposta istintiva nell’animale.
Ad esempio un cavallo non domato che viene costretto nei finimenti tenderà a ribellarsi ad essi, ma non riuscendovi cesserà ben presto di reagire per liberarsene.

Tale meccanismo d’apprendimento è fondamentale in diversi frangenti, come per far imparare al cavallo a non avere paura dei rumori del traffico.
La sua reazione naturale sarebbe la fuga, ma attraverso la progressiva esposizione allo stimolo, si riesce ad eliminare la reazione istintiva.

Condizionamento Classico


Il condizionamento classico, chiamato anche condizionamento rispondente, è quel meccanismo basato sull’associazione di uno stimolo incondizionato (naturale) ad uno condizionato (artificiale), in modo che anche il solo stimolo condizionato riesca ad indurre la stessa reazione che si avrebbe in presenza dello stimolo incondizionato.
Per capirci è sufficiente un esempio: il cavallo alla presentazione del cibo reagisce fisiologicamente con un aumento della salivazione.
Se siamo soliti portare il cibo al nostro cavallo con dei secchi il cavallo ben presto assocerà il nostro arrivo con dei secchi all’ora del pasto.
In seguito a questa associazione accadrà che se il cavallo dovesse vederci arrivare con dei secchi avrà un aumento della salivazione anche se poi i secchi dovessero rivelarsi vuoti.
E’ quindi successo che il cavallo ha associato uno stimolo naturale (cibo) con uno stimolo artificiale (l’arrivo con i secchi), e la reazione al solo stimolo artificiale è la medesima che abbiamo in presenza dello stimolo naturale.

Condizionamento Operante


Il condizionamento operante si ha quando la risposta del cavallo ad uno stimolo è rinforzata dall’addestratore.
Il classico esempio è dare una piccola quantità di cibo appetitoso al cavallo al compimento del comportamento richiesto.
Il cavallo impara presto ad associare la sua risposta al premio, quindi eseguirà ben volentieri quanto richiesto dall’addestratore.
Una volta che l’associazione tra richiesta-azione-premio è consolidata il cavallo tenderà ad eseguire quanto richiesto anche senza il premio.
Periodicamente è consigliabile comunque corrispondere il premio o nel lungo periodo si rischia di vedere estinguersi il comportamento per il venir meno dell’associazione richiesta-azione-premio.

Capacità intellettive e mnemoniche

Misurare l'intelligenza degli animali è compito arduo.
Purtroppo non è stata mai elaborata una teoria organica dell'intelligenza, essendo il suo campo d'espressione sterminato e mutevole.
Del resto, la straordinaria eterogeneità di specie animali rende il quadro complessivo molto articolato, ed è quasi impossibile trovare un metro di confronto.

Dimensioni del Cervello


Nella continua ricerca di un metodo per misurare le capacità intellettive delle varie specie animali alcuni studiosi sono giunti ad affermare che indice d’intelligenza di una specie è il rapporto fra il peso della massa cerebrale ed il peso corporeo.
Tale semplificazione però è da ritenersi eccessiva e non valida in molti casi.
Infatti le capacità di un cervello non sono date tanto dal suo peso, quanto da molti altri fattori più complessi, come il numero di interconnessioni tra i neuroni.

Cos’è l’Intelligenza?


Alla domanda su cosa sia l’intelligenza faticheremmo a rispondere prontamente ed in modo esauriente.
L’intelligenza in fondo è una definizione prettamente umana di qualcosa di intangibile.
Essendo poi tale definizione di derivazione umana è facile capire come sia poco sensato applicarla in modo generico a tutti gli animali.
Chi ci dice, ad esempio, che noi uomini siamo più intelligenti ed evoluti delle formiche?
Al mondo le formiche sono molto più numerose di noi umani, vi è un rapporto addirittura di milioni di formiche per ogni uomo.

Esse sono poi organizzate socialmente ad altissimi livelli, e sanno come vivere nel rispetto dell’ambiente – al contrario di noi uomini –.

Sicuramente è quindi possibile affermare che non esiste un sistema cross-specie sempre valido per misurare e confrontare l’intelligenza.

Un Buon Compromesso


Per valutare il grado di intelligenza delle varie specie alcuni studiosi sono arrivati ad una definizione di intelligenza che costituisce un buon compromesso, pur nella consapevolezza che il confronto tra specie diverse non è sempre sensato: “l’intelligenza è come un animale utilizza le esperienze precedenti per risolvere nuovi e diversi problemi”.

Perché si Dice che il Cavallo è Stupido?


Si sente spesso affermare che il cavallo è un animale stupido.

Una delle motivazioni addotte è che se il cavallo fosse realmente intelligente si renderebbe conto della sua forza e non si farebbe certo sottomettere dall’uomo, che è un essere assai più debole.
Ciò che più colpisce è il grado di sottomissione umana che il cavallo è disposto ad accettare, infatti il cavallo è disposto ad accettare senza reagire anche comportamenti molto violenti.
La spiegazione di questo comportamento remissivo del cavallo è da cercare però non tanto nella sua scarsa intelligenza, quanto nel fatto che è un animale che tollera, naturalmente, la presenza e la compagnia di esseri dominanti: dallo stallone alfa del branco, fino all’uomo.

Capacità Mnemoniche


Un’importante componente dell’intelligenza è sicuramente la memoria.
Infatti un buona memoria permette all’animale di avere a disposizione un ottimo database di informazioni da cui attingere per risolvere i nuovi problemi che si presentano.

Non è detto che buona memoria equivalga a una spiccata intelligenza, ma memoria ed intelligenza sono sicuramente correlate.
Il cavallo è dotato di ottima memoria, anche a distanza di molti anni.
Gli etologi ritengono che la buona memoria del cavallo sia dovuta in gran parte al fatto di essere un animale preda.
Il cavallo infatti è un erbivoro che in natura è cacciato da predatori carnivori.

Pertanto ogni rischio corso ed ogni errore commesso deve rimanere ben impresso nella mente del cavallo, perché se dovesse ripetersi potrebbe essere fatale.
In particolar modo la capacità di memorizzazione del cavallo è molto alta quando si tratta di pericolo o di cibo.
Si capisce come questo meccanismo naturale sia volto a favorire la sopravvivenza del cavallo: evitando i pericoli e ricordandosi al meglio dove può trovare il cibo.

L’uomo ha compreso da tempo questo meccanismo ed infatti sa benissimo come, per insegnare al cavallo, le leve del premio in cibo o del dolore siano efficacissime.

La buona memoria del cavallo, però, in alcuni casi può essere un problema.

Infatti un’associazione sbagliata effettuata dal cavallo od un trauma subito possono essere molto difficili da rimuovere.
Pertanto è bene che, sia in addestramento, sia durante la vita di tutti i giorni, chi sia avvicina al cavallo sia una persona preparata e che conosce i meccanismi con cui il cavallo ragiona.


Comunicazione nel cavallo


Il cavallo è un animale che allo stato brado vive in gruppi numerosi e dalla ben precisa organizzazione sociale.
Per rendere ciò possibile il cavallo ha saputo sviluppare un ben determinato linguaggio di comunicazione con i suoi simili.

Comunicazione con l’Uomo


L’uomo ha un proprio linguaggio che utilizza con i suoi simili, e la stessa cosa è vera per il cavallo.
Quando uomo e cavallo devono trovare un canale di comunicazione comune è evidente che il soggetto che si deve adattare è l’uomo, viste le sue superiori capacità.
Quindi sta all’uomo fare uno sforzo per comprendere i segnali che lancia un cavallo.
Al tempo stesso, quando è necessario “dire” qualcosa al cavallo, si deve cercare di trasmettere i concetti in una forma facilmente comprensibile per il cavallo.

Comunicazione Inter-Specie


L’essere umano non si rende conto di tutta la comunicazione che avviene tra uomo e cavallo.

Ciò può sembrare strano, ma è dovuto al fatto che l’uomo, col suo ruolo di supremazia sul pianeta, finisce per essere “miope” e quindi tende a considerare solo i canali di comunicazione che egli riesce a comprendere.
In realtà il cavallo riesce a captare odori, linguaggi corporei, e molto altro ancora di cui l’uomo non si avvede.

Tale comunicazione tra le specie è perfettamente naturale, infatti in natura il cavallo deve captare i segnali di pericolo provenienti dalle altre specie animali che sono minacciate dagli stessi predatori che cacciano anche i cavalli.
Per questo motivo è importante che il cavaliere, anche alle prime armi, non si mostri mai timoroso, altrimenti il cavallo potrebbe captare questo nervosismo e pensare di essere minacciato.

Canali di Comunicazione


Il cavallo comunica con i suoi simili attraverso diversi canali di comunicazione.
Il cavallo è infatti in grado di dar luogo all’emissione di un’ampia gamma di segnali.
  • Segnali Acustici.Il nitrito è il tipico segnale acustico. Esso manifesta la presenza di un individuo. Il cavallo utilizza il nitrito per dire “Ehi, sono qui” proprio perché tale segnale copre distanze anche molto lunghe, identifica chi lo sta emettendo, e rende noto dove è possibile trovarlo.
  • Segnali Chimici. L’uomo avendo un olfatto scarsamente sviluppato spesso tende a non considerare che il cavallo possiede tutta una gamma di segnali chimici con cui comunica. Secrezioni cutanee, urina e feci sono normali mezzi con cui il cavallo trasmette informazioni ai suoi simili. Sarà bene pertanto evitare di lavare e profumare eccessivamente il nostro cavallo, infatti l’aver rimosso il suo odore naturale è un po’ come rimuovere una parte della sua identità.
  • Segnali Visivi. La posizione della coda e delle orecchie, nonché del collo e della testa, sono solo alcuni dei segnali di comunicazione visivi che utilizzano i cavalli. Questi segnali sono facilmente comprensibili anche dall’uomo, ed è bene saperli leggere attentamente per potersi definire autentici appassionati di cavalli.
  • Segnali Tattili. I cavalli comunicano tra loro anche attraverso il tatto. Ad esempio è risaputo come lo stallone dominante ricordi il suo ruolo di leadership appoggiando il proprio collo su quello degli altri componenti del branco. Oppure è ben conosciuta anche la pratica del grooming, cioè la pulizia reciproca molto diffusa tra i cavalli che ha un’importante valenza sociale.

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