Con coda ondeggiante e criniera al vento, le froge selvagge mai contratte dal dolore, e bocche non insanguinate da morso o redine, e piedi che il ferro mai calzò, e i fianchi intatti da sprone o frusta un migliaio di cavalli, selvaggi, liberi, come onde che si inseguono nel mare, giunsero fitti tuonando.
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I contro dell'equitazione
“I più seri sono i traumi della colonna vertebrale infatti, in seguito a una caduta, si può compromettere la sensibilità dei neuroni del midollo spinale, che corre all’interno della colonna vertebrale. Il trauma cranico è un altro incidente frequente e imprevedibile che può avere conseguenze serie. Perciò è necessaria molta prudenza da parte del cavaliere, che non deve mai dimostrarsi troppo sicuro di sé e abbassare “la guardia”, soprattutto se intende cimentarsi con gli ostacoli. Da non trascurare il “colpo di frusta”, detto anche trauma da estensione e flessione, che costituisce un evento frequente fra i cavalieri. E’ molto simile a quello tipico da tamponamento in automobile, dovuto al contraccolpo per un arresto improvviso del cavallo o a un cambiamento brusco dell’andatura. Si tratta di un trauma che va curato tempestivamente portando, al più presto, la persona infortunata presso un centro traumatologico dove si provvederà ad immobilizzare l’articolazione del collo con un apposito tutore”.
“Per non incorrere in infortuni o incidenti facilmente evitabili occorre prestare molta attenzione alle indicazioni dell’istruttore e non fare di testa propria. Serve anche una buona preparazione atletica di base, una capacità muscolare adeguata per cavalcare senza problemi e per poter “guidare” con fermezza il cavallo per mezzo delle redini. Una visita medica generale e completa in un centro specialistico di medicina dello sport è utile per verificare le capacità del cuore e per monitorare i valori di routine del sangue e delle urine. L’età adatta per cominciare a cavalcare è dai 6 ai 10 anni”.
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