Con coda ondeggiante e criniera al vento, le froge selvagge mai contratte dal dolore, e bocche non insanguinate da morso o redine, e piedi che il ferro mai calzò, e i fianchi intatti da sprone o frusta un migliaio di cavalli, selvaggi, liberi, come onde che si inseguono nel mare, giunsero fitti tuonando.
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venerdì 22 giugno 2012
Credo che è tempo di attaccare nuovamente entrambe le mani a quella dannata corda
e di lottare fino alla fine sulla schiena del mio cavallo.
Credo anche che questa vita vada vissuta con un sogno fra le braccia,
senza dare importanza alle fatiche che questo ci comporta.
Non viviamo per nient'altro, alla fine.
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